ATTORIALMENTE : Meryl Streep in The Post
la “prima Volta” con Spielberg per Meryl Streep è quella di un personaggio realmente esistito, ovvero Katherine Kay Graham, una donna dell’America degli anni settanta.
Vivere nell’America di quegli anni, ed essere amica di personaggi importanti, è una difficoltà. Se si è a capo di un grande giornale, il giorno in cui si richiede una quotazione in borsa, ancora di più.
Non solo la Graham vive affrontando le conseguenze del suicidio del marito, deve anche far fronte alla decisione del padre di affidare al coniuge la direzione dell’azienda del Post. Decisione che lei stessa vede come naturale e matura.
Spielberg accompagna la maturazione di questo personaggio lungo il crescendo emotivo del film, mentre scoppia il caso McNamara infatti, la Graham matura una profonda coscienza di se, delle sua capacità e del suo ruolo.
Meryl Streep, cotonata e circondata da un ambiente lussuoso e rigorosamente made in America, sfrutta non solo la sua fisicità in mezzo a tanti personaggi maschili, ma fa del suo sguardo e delle sue espressioni la linfa vitale della Graham.
Spaventata, dubbiosa, in conflitto con se stessa, la Streep comunica un’autentica Donna, fragile, coraggiosa, dubbiosa ed entusiasta. Porta sullo schermo un personaggio dalle mille sfaccettature che accettando le sue imperfezioni assume il comando della propria vita, riscoprendo la forza di essere Donna.
Probabilmente conscia di quanto questo film e questo personaggio fossero attuali, la Streep, da sempre sostenitrice e portavoce della Forza delle Donne, padroneggia il personaggio nel contesto narrativo delle sequenze. Non è mai fuori posto e non è mai di troppo. E’ Kay Graham, e risulta, di nuovo, immensa.
la “prima Volta” con Spielberg per Meryl Streep è quella di un personaggio realmente esistito, ovvero Katherine Kay Graham, una donna dell’America degli anni settanta.
Vivere nell’America di quegli anni, ed essere amica di personaggi importanti, è una difficoltà. Se si è a capo di un grande giornale, il giorno in cui si richiede una quotazione in borsa, ancora di più.
Non solo la Graham vive affrontando le conseguenze del suicidio del marito, deve anche far fronte alla decisione del padre di affidare al coniuge la direzione dell’azienda del Post. Decisione che lei stessa vede come naturale e matura.
Spielberg accompagna la maturazione di questo personaggio lungo il crescendo emotivo del film, mentre scoppia il caso McNamara infatti, la Graham matura una profonda coscienza di se, delle sua capacità e del suo ruolo.
Meryl Streep, cotonata e circondata da un ambiente lussuoso e rigorosamente made in America, sfrutta non solo la sua fisicità in mezzo a tanti personaggi maschili, ma fa del suo sguardo e delle sue espressioni la linfa vitale della Graham.
Spaventata, dubbiosa, in conflitto con se stessa, la Streep comunica un’autentica Donna, fragile, coraggiosa, dubbiosa ed entusiasta. Porta sullo schermo un personaggio dalle mille sfaccettature che accettando le sue imperfezioni assume il comando della propria vita, riscoprendo la forza di essere Donna.
Probabilmente conscia di quanto questo film e questo personaggio fossero attuali, la Streep, da sempre sostenitrice e portavoce della Forza delle Donne, padroneggia il personaggio nel contesto narrativo delle sequenze. Non è mai fuori posto e non è mai di troppo. E’ Kay Graham, e risulta, di nuovo, immensa.
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