Pietro Zinni (Edoardo Leo), ricercatore neurobiologo, cerca di "arrotondare" il suo assegno universitario con delle ripetizioni a studenti svogliati che non hanno intenzione di pagarlo. Dopo aver scoperto che l'università non rinnoverà il contratto, Pietro, decide di mettere in "pratica" un algoritmo molecolare che ha sviluppato per creare una nuova droga, non ancora registrata dal Ministero della salute, e per questo non illegale.
La storia di Smetto quando voglio -che a breve verrà conclusa con l'uscita del 3 capitolo- è quella che ,infelicemente, raggruppa la maggior parte degli eccellenti studenti italiani. Si studia, si lavora sodo, ma una laurea, un dottorato ed un'intelligenza anomala non bastano per garantire un futuro ed un presente stabili.
Così comincia la vicenda di Pietro che, stanco di dover arrancare per vivere, e rimasto senza altre soluzioni, decide di portare avanti questo suo rischioso progetto coinvolgendo altri compagni che si trovano nella stessa situazione. La banda è composta da un branco di cervelloni, latinisti, matematici, antropologi, persone con alle spalle un passato di sacrifici e studi che però non solo valsi a nulla. Il non aver nulla quindi è la smossa che li porta ad accettare questo nuovo rischio.
un rischio paradossalmente atipico. Gli studiosi più promettenti diventano così degli ingenui produttori e spacciatori della droga più in voga di Roma.
Tra discoteche e situazioni irreali, la banda costruisce un vero e proprio business basato su indagine di mercato, studio approfondito di compratori e reazioni della droga stessa.
la situazione paradossale è quella che coinvolge anche lo spettatore che tifa per questo gruppo che pur mettendocela tutta non riesce a non mettersi nei guai. Non essendo criminali, i rischi sono tanti e Pietro, Alberto, Mattia and company sono perfetti per caderci dentro!
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