A prima vista il manifesto di Questione di Cuore ci presenterebbe una normale commedia all’italiana con protagonisti Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart.
In realtà è vero che nel film si ride ed anche molto, indicativa tra tutte l’esilarante scena in cui i due protagonisti, Alberto lo sceneggiatore e Angelo il meccanico, condividono il letto della casa al lago, fanno una battuta dopo l’altra ed iniziano a ridere e a farci ridere di gusto fino alle lacrime.
Le risate però fanno anche da cornice a delle scene in cui è il drammatico il protagonista.
Si guardi la moglie Rossana (Micaela Ramazzotti)che cerca ovunque il marito assalita, attimo dopo attimo, dallo sconforto per la sua assenza e infine trovandolo seduto sulla terrezza a guardare nel vuoto perso con la sua disperazione.
Disperazione non per la sua sorte ma per quella della sua famiglia, quella per i suoi due figli, un’adolescente arrabbiata e un bimbo impaurito ma sognante, e per sua moglie, bella e piena di vita, ad affrontare da sola tutto assieme a un altro figlio in arrivo.
Il drammatico da quel momento prevale e Angelo trova soluzione nel compagno di infarto e di stanza, così inzia a mettersi da parte, a viversi la sua situazione in solitudine e ad inserire Alberto nella sua vita, al suo posto tra la sua famiglia e nella sua famiglia, nei suoi spazi, nei suoi pensieri regalandogli,o forse restituendogli, il gusto per la vita per la sua semplicità e la forza per riniziare. Ignaro di tutto Alberto inizia ad affezionarsi a questa compagnia, cerca lavoro in quello dell’officina, accompagna Rossana per negozi e al lago, fa appassionare Airton del suo lavoro e delle sue domande sul mondo.Fa tutto questo per il bene e per l’affetto che prova per Angelo finchè non si rende conto del suo “piano”, lo maledice e torna serenamente alla sua vita,riniziandola con una nuova marcia, per poi ritornare dal suo amico in una scena i cui sorrisi ci farebbero supporre che forse tutto andrà bene.
La semplice ironia romanesca di Kim Rossi Stuart da una parte, lo sguardo interrogativo e negativo di Albanese, l’appassionata Ramazzotti si muovono in un film in cui gli attori (in primis Rossi Stuart) non potrebbero non essere migliori e in cui i personaggi si lasciano plasmare dagli eventi a cui la vita mette di fronte.
Primo fra tutti il buon meccanico caciarone che in realtà è molto di più, è il buon padre di famiglia, quello che mette davanti a tutto l’amore per i suoi cari per saperli e renderli sempre felici.Ne sarà ripagato, a dimostrarlo è l’ultima scena:il figlio si sveglia sul divano ed inizia a chiamare disperatamente il suo papà.
In realtà è vero che nel film si ride ed anche molto, indicativa tra tutte l’esilarante scena in cui i due protagonisti, Alberto lo sceneggiatore e Angelo il meccanico, condividono il letto della casa al lago, fanno una battuta dopo l’altra ed iniziano a ridere e a farci ridere di gusto fino alle lacrime.
Le risate però fanno anche da cornice a delle scene in cui è il drammatico il protagonista.
Si guardi la moglie Rossana (Micaela Ramazzotti)che cerca ovunque il marito assalita, attimo dopo attimo, dallo sconforto per la sua assenza e infine trovandolo seduto sulla terrezza a guardare nel vuoto perso con la sua disperazione.
Disperazione non per la sua sorte ma per quella della sua famiglia, quella per i suoi due figli, un’adolescente arrabbiata e un bimbo impaurito ma sognante, e per sua moglie, bella e piena di vita, ad affrontare da sola tutto assieme a un altro figlio in arrivo.
Il drammatico da quel momento prevale e Angelo trova soluzione nel compagno di infarto e di stanza, così inzia a mettersi da parte, a viversi la sua situazione in solitudine e ad inserire Alberto nella sua vita, al suo posto tra la sua famiglia e nella sua famiglia, nei suoi spazi, nei suoi pensieri regalandogli,o forse restituendogli, il gusto per la vita per la sua semplicità e la forza per riniziare. Ignaro di tutto Alberto inizia ad affezionarsi a questa compagnia, cerca lavoro in quello dell’officina, accompagna Rossana per negozi e al lago, fa appassionare Airton del suo lavoro e delle sue domande sul mondo.Fa tutto questo per il bene e per l’affetto che prova per Angelo finchè non si rende conto del suo “piano”, lo maledice e torna serenamente alla sua vita,riniziandola con una nuova marcia, per poi ritornare dal suo amico in una scena i cui sorrisi ci farebbero supporre che forse tutto andrà bene.
La semplice ironia romanesca di Kim Rossi Stuart da una parte, lo sguardo interrogativo e negativo di Albanese, l’appassionata Ramazzotti si muovono in un film in cui gli attori (in primis Rossi Stuart) non potrebbero non essere migliori e in cui i personaggi si lasciano plasmare dagli eventi a cui la vita mette di fronte.
Primo fra tutti il buon meccanico caciarone che in realtà è molto di più, è il buon padre di famiglia, quello che mette davanti a tutto l’amore per i suoi cari per saperli e renderli sempre felici.Ne sarà ripagato, a dimostrarlo è l’ultima scena:il figlio si sveglia sul divano ed inizia a chiamare disperatamente il suo papà.
Commenti
Posta un commento