Flightplan di Robert Schwentke
Dopo la morte del marito, Kyle deve portare la salma da Berlino a New York, assieme a lei c'è la figlia Julia. una volta salite sul volo, la donna si addormenta ed al suo risveglio scopre che la piccola è sparita.
Flightplan è un buon thriller incentrato sul tema della sparizione. Kyle, una donna ferita dalla vita, sofferente e in crisi, affronta un viaggio che la getta nello sconforto fin prima di partire. Sua figlia infatti, in seguito ad eventi drammatici, ha paura del mondo ed ha paura di mostrarsi a questo. Il regista gioca su questa fobia della piccola prima inserendola nel luogo dell'aereoporto in cui, circondata da persone in arrivo od in partenza, la bambina trova "rifugio" nel banco del cibo. Poi nell'aereo, che pur trattandosi di un volo intercontinentale, quindi abbastanza grande per muoversi e distrarsi, getta Julia nello sconforto al quale la madre trova rimedio con la promessa di un lungo e bel sogno.
Addormentata la figlia, Kyle cerca ristoro anche lei ma al suo risveglio il sonno si trasforma in un incubo. Sua figlia è sparita e nessun passeggero, membro dell'equipaggio sembra averla vista. In più sulla carta d'imbarco non c'è il nome della bambina che dopo un'estenuante ricerca risulta essere deceduta assieme al padre in un suicidio.
Jodie Foster, attrice camaleontica, interpreta una donna sola, in lotta contro tutti gli indizi che la farebbero apparire non sana di mente. Non smette di avere fiducia in se stessa e non vacilla nemmeno quando sembra avere perso. il suo personaggio, tradito dalla vita e dal suo lavoro, è inizialmente quasi minacciato da quell'aereo che è la prigione in cui vuole assolutamente ritrovare sua figlia. Nello scorrere del film, la donna si scontra con passeggeri, equipaggio, aereo stesso, senza mai arrendersi. Le espressioni della Foster, di cui è inutile dire quanto sia brava-, sono un excursus di emozioni, il viso è tirato nella sua ansiosa ricerca ed il suo sguardo vacilla magistralmente tra l'insanità e la determinazione come a voler tentare di confondere lo spettatore.
Come usale al genere del thriller, il film è un crescendo , una corsa, la stessa di Kyle, tra le emozioni, la realtà ed i diversi colpi di scena che il regista però semina sapientemente pian piano.
Si rimane con il fiato sospeso fino alla fine e si ammirano sia Jodie Foster che la buona fotografia della pellicola.
Dopo la morte del marito, Kyle deve portare la salma da Berlino a New York, assieme a lei c'è la figlia Julia. una volta salite sul volo, la donna si addormenta ed al suo risveglio scopre che la piccola è sparita.
Flightplan è un buon thriller incentrato sul tema della sparizione. Kyle, una donna ferita dalla vita, sofferente e in crisi, affronta un viaggio che la getta nello sconforto fin prima di partire. Sua figlia infatti, in seguito ad eventi drammatici, ha paura del mondo ed ha paura di mostrarsi a questo. Il regista gioca su questa fobia della piccola prima inserendola nel luogo dell'aereoporto in cui, circondata da persone in arrivo od in partenza, la bambina trova "rifugio" nel banco del cibo. Poi nell'aereo, che pur trattandosi di un volo intercontinentale, quindi abbastanza grande per muoversi e distrarsi, getta Julia nello sconforto al quale la madre trova rimedio con la promessa di un lungo e bel sogno.
Addormentata la figlia, Kyle cerca ristoro anche lei ma al suo risveglio il sonno si trasforma in un incubo. Sua figlia è sparita e nessun passeggero, membro dell'equipaggio sembra averla vista. In più sulla carta d'imbarco non c'è il nome della bambina che dopo un'estenuante ricerca risulta essere deceduta assieme al padre in un suicidio.
Jodie Foster, attrice camaleontica, interpreta una donna sola, in lotta contro tutti gli indizi che la farebbero apparire non sana di mente. Non smette di avere fiducia in se stessa e non vacilla nemmeno quando sembra avere perso. il suo personaggio, tradito dalla vita e dal suo lavoro, è inizialmente quasi minacciato da quell'aereo che è la prigione in cui vuole assolutamente ritrovare sua figlia. Nello scorrere del film, la donna si scontra con passeggeri, equipaggio, aereo stesso, senza mai arrendersi. Le espressioni della Foster, di cui è inutile dire quanto sia brava-, sono un excursus di emozioni, il viso è tirato nella sua ansiosa ricerca ed il suo sguardo vacilla magistralmente tra l'insanità e la determinazione come a voler tentare di confondere lo spettatore.
Come usale al genere del thriller, il film è un crescendo , una corsa, la stessa di Kyle, tra le emozioni, la realtà ed i diversi colpi di scena che il regista però semina sapientemente pian piano.
Si rimane con il fiato sospeso fino alla fine e si ammirano sia Jodie Foster che la buona fotografia della pellicola.
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