Il ritorno di Clint Eastwood, dietro e davanti la macchina da presa, è un ritorno in grande in stile per l'attore il cui glaciale ma vivido sguardo ha per anni colpito lo spettatore in sala.
Dopo American Sniper, in cui Clint prese la decisione di essere 'solo' regista, torna il racconto di un personaggio totalmente eastwoodiano in cui pare difficile comprendere dove sia il vero e dove sia la finzione.
The mule - il corriere infatti ruota attorno alla figura di Earl Stone, un uomo realmente esistito, a cui lo sceneggiatore Nick schenk si è ispirato per trarre la sceneggiatore. Stone, un anziano dedito alla coltivazione dei suoi amati fiori ha messo da parte famiglia per inseguire il suo lavoro, soppiantato però dall'arrivo di internet, l'uomo dichiara bancarotta e dichiara il fallimento.
Resosi conto di aver perso famiglia e lavoro, tenta un riavvicinamento grazie alle cure preziose delle nipote, galeotto sarà proprio la festa di matrimonio di quest'ultima per il suo ingaggio come corriere. Carriera in cui sarà ottimo perchè freddo e gelido come in qualsiasi relazione mai avuta.
La fortuna di The mule, oltre alla sceneggiatura, sta proprio nella carica espressiva di Clint che , non solo fa dimenticare la presenza di Bradley Cooper nel film, ma basta per convincere del contenuto cinematografico della pellicola.
Nonostante più di 70 anni di attività, Eastwood è ancora l'attore che venne consacrato dal nostro Sergio Leone ed è ancora quel personaggio, ormai suo, ironico, severo, determinato a cui ci ha abituato ma di cui non si può fare a meno. La vicenda, più seria e feroce di quanto il film non faccia capire, è così immedesimata in Earl Stone che, forse trasportato dal tipico sapore Eastwoodiano e/o repubblicano, nel pronunciare le solite cattiverie razziali ricorda il magnifico Gran Torino, in cui spesso la sceneggiatura si rinuncia muovendosi però verso una catarsi più dolce ed addomesticata.
Importante la sequenza in notturna del primo incontro tra l'agente della DEA, Cooper, e Clint, Earl, in un motel. Quasi uno scambio di testimone, un incontro tra passato e presente, capostipite e prematuro.
E come sempre, grande spazio alla colonna sonora che cattura, accompagna e confeziona il finale in un ritmo che compensa l'anima ormai macchiata ma dispensata di Earl.
Dopo American Sniper, in cui Clint prese la decisione di essere 'solo' regista, torna il racconto di un personaggio totalmente eastwoodiano in cui pare difficile comprendere dove sia il vero e dove sia la finzione.
The mule - il corriere infatti ruota attorno alla figura di Earl Stone, un uomo realmente esistito, a cui lo sceneggiatore Nick schenk si è ispirato per trarre la sceneggiatore. Stone, un anziano dedito alla coltivazione dei suoi amati fiori ha messo da parte famiglia per inseguire il suo lavoro, soppiantato però dall'arrivo di internet, l'uomo dichiara bancarotta e dichiara il fallimento.
Resosi conto di aver perso famiglia e lavoro, tenta un riavvicinamento grazie alle cure preziose delle nipote, galeotto sarà proprio la festa di matrimonio di quest'ultima per il suo ingaggio come corriere. Carriera in cui sarà ottimo perchè freddo e gelido come in qualsiasi relazione mai avuta.
La fortuna di The mule, oltre alla sceneggiatura, sta proprio nella carica espressiva di Clint che , non solo fa dimenticare la presenza di Bradley Cooper nel film, ma basta per convincere del contenuto cinematografico della pellicola.
Nonostante più di 70 anni di attività, Eastwood è ancora l'attore che venne consacrato dal nostro Sergio Leone ed è ancora quel personaggio, ormai suo, ironico, severo, determinato a cui ci ha abituato ma di cui non si può fare a meno. La vicenda, più seria e feroce di quanto il film non faccia capire, è così immedesimata in Earl Stone che, forse trasportato dal tipico sapore Eastwoodiano e/o repubblicano, nel pronunciare le solite cattiverie razziali ricorda il magnifico Gran Torino, in cui spesso la sceneggiatura si rinuncia muovendosi però verso una catarsi più dolce ed addomesticata.
Importante la sequenza in notturna del primo incontro tra l'agente della DEA, Cooper, e Clint, Earl, in un motel. Quasi uno scambio di testimone, un incontro tra passato e presente, capostipite e prematuro.
E come sempre, grande spazio alla colonna sonora che cattura, accompagna e confeziona il finale in un ritmo che compensa l'anima ormai macchiata ma dispensata di Earl.
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